Psicologo o psicoterapeuta?
- manuelacapolongo
- 6 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min

Spesso queste due figure vengono sovrapposte e confuse, nonostante siano conosciute e richieste da moltissime persone che sentono la necessità di un aiuto. E’ importante sapere cosa distingue e cosa accomuna queste due figure professionali, per essere sicuri di rivolgersi alla persona giusta.
Psicologo o psicoterapeuta? Quale dei due mi può aiutare?
Le persone che sentono l’esigenza di chiedere un aiuto psicologico spesso si pongono queste domande, ma altrettanto spesso non ricevono risposte chiare e precise che permettano loro di effettuare una scelta consapevole. Cerchiamo di fare chiarezza per sostenere tutte quelle persone che si sentono spaesate di fronte a questo tipo di scelta.
Per prima cosa sono diversi i percorsi di studio intrapresi. Lo psicologo per diventare tale, ha svolto la laurea quinquennale in Psicologia e in seguito un periodo di tirocinio formativo della durata di un anno; dopo questo periodo pratico ha superato l’Esame di Stato, questo obbligatorio per essere abilitato alla professione e iscritto all’Albo degli Psicologi. Infatti il titolo di psicologo può essere attribuito solo se il professionista ha conseguito l’Esame di Stato ed è iscritto all’Albo A degli Psicologi (l’Albo B degli Psicologi è dedicato ai professionisti che, chiamati Dottori in Tecniche Psicologiche, hanno conseguito la laurea triennale in psicologia, hanno svolto 6 mesi di tirocinio e superato l’Esame di Stato per l’iscrizione all’Albo B).
Per diventare psicoterapeuti invece occorre essere psicologi o medici e frequentare, dopo la corretta iscrizione ai propri albi professionali, un percorso formativo di quattro anni (durante i quali si svolge anche il tirocinio) presso le scuole di psicoterapia riconosciute dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.
Nella pratica clinica cosa fanno di diverso questi due professionisti?
Lo psicologo si occupa prevalentemente di sostegno e supporto in momenti di crisi e di stallo, di riabilitazione, di valutazione, di orientamento scolastico e lavorativo, di promozione del benessere psicologico e prevenzione del disagio psicologico. Da questo elenco si evince che non occorre avere una patologia per rivolgersi alla psicologo: spesso le persone che si rivolgono a questa figura stanno attraversando un momento difficile del ciclo di vita, di indecisione, di scarsa autostima e autoefficacia e trovano nello psicologo un aiuto nel vedere le cose in maniere più completa e obiettiva, nel riconoscere e potenziare le proprie risorse, migliorare la propria capacità di scelta e presa di decisioni.
Invece lo psicoterapeuta possiede gli strumenti e le tecniche per occuparsi della cura dei disturbi psicopatologici, il cui scopo è favorire il cambiamento dei processi mentali disfunzionali che mantengono il disturbo e la sofferenza psicologica. Solitamente i disturbi psicopatologici si manifestano con ansia, depressione, ridotta competenza relazionale e sociale, dipendenze, problematiche alimentari.
Entrambi quindi lavorano per aiutare la persona a stare meglio e in equilibrio con se stessa e con gli altri, infatti alla base del lavoro di entrambi c’è la relazione d’aiuto. La differenza consiste nel fatto che lo psicoterapeuta cura una psicopatologia, mentre lo psicologo può trattare un disagio situazionale. Da qui deriva che non può essere più sbagliata l’idea diffusa tra le persone che “dallo psicologo ci vanno i pazzi”: ora sappiamo che la caratteristica principale dello psicologo è che non lavora sulla psicopatologia, ma sul potenziamento delle risorse, sull’empowerment, sulla prevenzione e sulla promozione del benessere.
Con questo breve approfondimento spero di essere stata utile a tutte le persone confuse o semplicemente poco informate sull’argomento e di averle aiutate, in caso di necessità, a compiere una scelta consapevole.
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